Recensioni / Cesare Brandi? Lontano da ossessioni filologiche

Nato nel 1906, Cesare Brandi è stato un critico d' arte straordinario, anche se, forse, misconosciuto. Lo asserisce Paolo D' Angelo, in questa monografia in cui evidenzia il lato critico-filosofico. A cominciare da Carmina o della pittura (1945), letto «come la prima estetica post-crociana apparsa in Italia». Stessa originalità caratterizza il resto della carriera, divisa equamente fra teoresi, storia dell' arte e critica militante. D' Angelo delinea così un ritratto complesso e problematico dello studioso senese. Ne sottolinea il distacco dai vezzi, un po' autarchici, del vecchio connaisseur, ma anche la lontananza dalle ossessioni filologiche di tanti professori. Un' indole affinatasi con la frequentazione dei contemporanei e l' innata curiosità sia sul versante della «costituzione d' oggetto» che della «formulazione d' immagine» .