Benché indiscusso protagonista
del design italiano, Alberto
Rosselli — genero del più noto
Gio Ponti con cui firma alcune
opere come il grattacielo Pirelli
— è ancora poco studiato, in
particolare in Italia. Nonostante
le sue imprese vadano
dall'ideazione del premio
Compasso d'Oro nel 1954, dalla
direzione dell'ADI Associazione
per il Disegno industriale nel
1956 e della rivista "Stile
Industria" (1954-63) con cui,
dopo gli anni da redattore per
"Domus", inizia a divulgare la
disciplina del disegno industriale
in Italia.
Un corposo volume di oltre
seicento pagine, a cura del
figlio Paolo, ne ripercorre
ora l'autorialità e l'eredità
culturale, con una serie di
contributi che ruotano intorno
alla triade: architettura, design,
e la citata rivista. Relativamente
a quest'ultima è interessante
la riproposta degli editoriali
accompagnati, tra gli altri,
da una riflessione critica dello
storico Kjetil Fallan che a Rosselli
aveva già dedicato degli studi
rileggendone lo sforzo in un'ottica
di internazionalizzazione del
design italiano.
Rimane esemplare nell'arco di soli
vent'anni, il contributo di Rosselli
nel proporre oggetti al servizio
di tutti (si ricorda il sodalizio con
l'azienda Saporiti) e nel riflettere
sul ruolo del designer e sul
relativo rapporto con l'industria
e il pubblico. Ogni azione
è utilmente riassunta nel volume
sia nel regesto delle opere sia
nei documenti e nelle immagini
d'archivio.