Recensioni / 15 libri da leggere, sfogliare e collezionare a marzo

Una storia dell'architettura italiana del Novecento originale, con una narrazione che si sviluppa attraverso le biografie di un nucleo di architetti. È quella proposta da Giorgio Ciucci, nel volume pubblicato nella collana Habitat di Quodlibet, che non segue un ordinamento secondo periodi storici o categorie stilistiche, quanto un'organizzazione basata su quattordici figure emblematiche della disciplina architettonica. L'esito è un quadro variopinto, corrispondente alla molteplicità delle scuole regionali e delle idee contrapposte. Le figure scelte sono di estrazione provinciale, come Gigiotti Zanini, Ettore Sottsass sr, Cesare Cattaneo, Gustavo Pulitzer Finali, attive in grandi centri come Giuseppe Terragni, Adalberto Libera, Ignazio Gardella, Federico Gorio, Luigi Figini e Gino Pollini, Luigi Cosenza, Gio Ponti), dei solitari quali Lina Bo, Giancarlo De Carlo e dei grandi accentratori come Vittorio Gregotti. I saggi, dedicati a ognuno di questi protagonisti dell'architettura, rivelano i differenti contesti intellettuali delle loro opere, restituendo una storia della cultura in generale, oltre a quella dell'architettura, come indica la curatrice Guia Baratelli, evidenziando, in particolare, il tema del superamento di ogni individualismo. Lo stesso Ciucci, infatti, considera l'architettura un'opera collettiva, aperta ad apporti e contributi di qualsiasi genere e derivazione, essendo “un’arte oramai indissolubilmente legata all’ingegneria, al calcolo, agli impianti, ai prodotti della tecnica”.