Riusciranno gli architetti a riprogettare la
mobilità? Federico Parolotto si occupa di
mobilità da quasi trenta anni. Architetto e
senior partner della milanese Mic-Hub, società di consulenza nella pianificazione urbana e dei trasporti, con questo suo "Muoversi in uno spazio stretto" ci offre una
grande ricognizione sui temi caldi della
riorganizzazione della mobilità.
Il confronto è sulla ricerca sempre più accesa di una velocità che consuma spazio ed
energia e i temi propri della transizione ecologica. La proposta che ne emerge è
quella di un radicale cambiamento del nostro modo di muoverci e spostarci, che riporti a un ruolo non strettamente funzionale la mobilità e le ridia un senso sociale, una risposta alla crescente perdita della relazione di prossimità e alla progressiva atomizzazione sociale. Attraverso l'osservazione di alcuni modelli ed esperienze, a
Milano, Mosca, Parigi, Barcellona emerge
la dimensione ampia della nuova mobilità,
che è senso assolutamente integrato della
vita nelle città. "Non c'è più tempo per riconfigurare le ampie porzioni di territorio
che si sono sviluppate in modo disperso. In
Occidente i tempi delle grandi trasformazioni legate all'esplosione demografica e
alla crescita economica sono terminati. In
questi territori occorre modificare le infrastrutture, despecializzarle e creare un sistema di reti per la micromobilità".
Dobbiamo cambiare tutto, uscendo dalle
specializzazioni per affrontare il nostro
muoversi come una rinascita dell'umanesimo.