Il libro di Anna Baldini ricostruisce le dinamiche del campo letterario italiano dal 1902, anno in
cui viene pubblicata l'Estetica di
Croce, al 1936, anno in cui escono gli ultimi numeri di "Solaria".
La "direttrice privilegiata" dell'analisi corrisponde al "risorgimento del romanzo",
ossia il genere che nel
trentennio considerato agisce da principale
catalizzatore della modernità. L'obiettivo, dichiarato fin da subito,
coincide con la volontà di restituire concretezza alla narrazione
critica dominante, riportando gli ideali, le et'chette
e
le poetiche al fatto reale, alla rete di amicizie e rivalità che hanno
dato forma alla storia letteraria
italiana. La selezione cronologica, basata su episodi culturali, fa
inoltre sì che il discorso complessivo eluda la riduzione del campo
letterario dei primi decenni del
Novecento a ragioni strettamente
politiche, dimostrando che l'ingerenza del regime rappresenta solo una delle variabili attive (d'incidenza crescente, naturalmente,
rna non esclusiva). Il libro è diviso
in quattro capitoli, ciascuno dei
quali distingue fasi diverse e successive del conflitto intellettuale,
cui corrisponde l'individuazione di riferimenti geografici precisi. Con l'intenzione d'indagare
la "specificità del conflitto letterario Baldini impiega inoltre il termine "avanguardia" per indicare
indistintamente tutte le "alleanze di nuovi entranti", enfatizzando in questo modo il valore progenitale dell'impegno personale
e di gruppo.
In questa direzione, i moventi
del conflitto disegnano una mappa, intrigata ma ben decifrabile, di
fazioni, scontri, simpatie e antipatie, in virtù della quale le astrazioni critiche guadagnano spessore. Nel primo capitolo, per fare
un esempio, l'idealismo di Croce
è riportato alla sua funzione antiaccademica, e il successo è fatto
risalire all'impegno che il filosofo investe nel puntellare il campo
letterario con polemiche, letture,
dichiarazioni (molte delle quali escono su "La Critica", da lui
fondata nel 1903) che affiancano
e sostanziano la teorizzazione intrapresa con l'Estetica. Ancora, il
terzo capitolo illustra come, nella seconda metà degli anni venti,
Firenze da un lato e Roma e Parigi dall'altro lato accolgano rispettivamente le proposte di strapaesani e novecentisti. In questo caso
Baldini impiega un termine che,
ad oggi, ha un significato diverso: in opposizione all'idea strapaesana di un'identità nazionale da
tutelare, il modernismo coincide
infatti con la produzione estetica
"di quegli intellettuali" che propongono "un'idea di italianità declinata in senso metropolitano e
di respiro internazionale".
In generale, quindi, la ricostruzione del campo muove da una
prospettiva sincronica, che è poi
integrata con le acquisizioni derivanti dal punto di vista ulteriore della contemporaneità o. detto
altrimenti, dalla facoltà di visualizzare la situazione "dall'alto". In
quest'ottica emerge un quadro realistico del contesto letterario, in
cui i significati sono sempre ricavati dall'indagine delle relazioni
tra prospettive diverse, mai considerati in modo assoluto. Per esempio, analizzando un articolo
uscito su "L'Italiano"
nel 1927, Baldini nota
che Longanesi, intento a descrivere il corteo
funebre che segue il feretro della rivista "Novecento", affianca una
gran varietà di figure
— Alvaro, Spaini, Casa editrice Alpes, Due
lire di novelle, Mondadori... —
e
crea "un elenco che, benché eterogeneo, non è certo casuale". L'accostamento di autori, traduttori e case editrici dice infatti della
visione che gli intellettuali avevano delle relazioni interne al campo letterario, e consente quindi
di "enucleare le connessioni con
il inondo sociale" in cui le rivalità hanno preso forma. Mentre,
nel quarto capitolo, l'autrice evidenzia come nel corso degli anni trenta il successo del romanzo
si leghi in modo maggioritario
a
proposte editoriali, iniziative di
giovani scrittori e riviste che avallano il regime. In quest'ottica (che
esemplifica per altro la necessità
di superare il veto ideologico che
il dopoguerra ha imposto sulle dinamiche letterarie del ventennio),
"Solaria" diventa un attore secondario nel percorso di affermazione del romanzo.
Infine, A regola d'arte<7i> delinea
un'opzione metodologica importante nella misura in cui contribuisce a collocare l'opera letteraria su un piano d'analisi concreto.
Il discorso principale è infatti intervallato da finestre dedicate a
Testi esemplari, Repertori o Traiettorie di autrici e autori considerati centrali nell'ottica dell'indagine
bourdesiana del campo. Baldini
imposta dunque il superamento
dell'opposizione canone-corpus,
dimostrando che il passo successivo e complementare all'individuazione del complesso sistema
delle regole dell'arte coincide con
l'analisi dei procedimenti formali, delle scelte compositive, delle particolarità strutturali che
danno vita, e immanenza, al testo letterario.