Recensioni / Per Fumum

“Lo senti l'odore ?... napalm figliuolo, non c'è nient’altro al mondo che odori così… mi piace l’odore del napalm di mattina…”.
Il Colonnello Kilgor (Robert Duvall) al Capitano Willard (Martin Sheen).
Da “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola, 1979.

Per fortuna non tutti sono come il Colonnello Kilgor.
Vi presento oggi un colto e delizioso libro sugli odori a cura di Marco Mazzeo e Giuseppe Squillace titolo: “Per Fumum Profumi e odori tra storia e letteratura” pubblicato dalla casa editrice Quodlibet.

In ordine d’apparizione nelle pagine interventi di: Yorick Gomez Gane, Luciano Altomare, Adelaide Fongoni, Francesca Biondi, Marianna Spinelli, Cinzia Murolo, Alessandra Romeo, Laura Parisini, Attilio Vaccaro, Gioacchino Strano, Maria Cristina Figorilli, C. Bruna Mancini, Adriana Sabato, Danilo De Salazar.

Lontani i tempi in cui il tronfio assessore collegiale Kovalev di Gogol, s’accorge una mattina, specchiandosi, di aver perso il naso, ora il naso pur con le sue evoluzioni tecnologiche (come, ad esempio quello elettronico) sembra destinato soprattutto agli studi di chirurghi estetici che, però, aspettano invano l’arrivo dei pur bisognosi Cyrano e Pinocchio. Nei meandri degli odori s’aggira sospettoso Ceronetti, impareggiabile annusatore notturno di miasmi, forse mèmore di ciò che afferma Émile Cioran: “L'uomo emana un odore particolare: fra tutti gli animali soltanto lui sa di cadavere”.
Importante e necessario, quindi, questo studio sui profumi di Mazzeo e Squillace.
La caratteristica principale delle pagine è bene illustrata dai curatori di quest’eccellente libro: Il volume indaga i rapporti fra scrittura e sensazioni olfattive, intendendo queste ultime come indici significanti delle culture del mondo e delle diverse sensibilità con cui ciascuna ne esprime le sfumature. Per stile, contenuto e approccio al tema, i saggi che lo compongono presentano il caleidoscopico quadro di un universo olfattivo-letterario che si estende dall’antichità alla cultura rinascimentale, dal simbolismo e dal decadentismo della fin de siècle a fenomeni letterari postmoderni di grande risonanza mediatica.

Ho aperto questa nota con una citazione cinematografica su opinabili odori, la chiudo con una citazione letteraria su sgradevoli certezze: “Macchiffastapuzza”, si chiede un certo Gabriel uno dei personaggi di Raymond Queneau in “Zazie nel metro”.
La prima parola del libro, la lunga e preoccupante “Doukipudonktan” – tradotta in italiano da Fortini con "Macchiffastapuzza" – è una trascrizione fonetica della frase francese D'où qu'ils puent donc tant ? ("Da dove viene così tanta puzza?"). Si conforti Gabriel,: segua il mio consiglio, vada in libreria e si consoli acquistando il libro di cui qui si è detto. Mi ringrazierà a una voce con la sua incontenibile nipote Zazie.