Recensioni / Perec passa il tempo tra cinema e bistrò

L’editore Quodlibet ripropone Un uomo che dorme di Georges Perec (trad. di Jean Talon, pp.176. € 12,50, in libreria dal 25 marzo). Anticipiamo qui alcuni passi della postfazione inedita di Gianni Celati. Il capolavoro di Perec La vita istruzioni per l’uso si trova nella Bur (pp.572, € 9,50). Su di lui, un numero della rivista Riga (Perec, Marcos y Marcos, pp.280, € 15).

Il primo libro di Georges Perec, Le cose (1965), è una cronaca degli Anni 60, quando si diffonde l'irresistibile passione degli acquisti, l’ossessionante desiderio dei prodotti di moda e del comfort d'ordinanza. Il libro inizia con la descrizione della casa ideale, formata da oggetti di tentazione, visti nei cataloghi d'arredamento o nelle vetrine di Parigi. 1 giovani protagonisti, Jérôme e Sylvie, sognano la bella casa come Madame Bovary sognava l'amore da romanzo. Il tutto raccontato con leggerezza ironica, senza trame di richiamo, quasi sempre col passo svelto d'un racconto quotidiano.
Più d'una volta Perec ha fatto notare che Le cose non vuol essere una condanna della passione per gli oggetti, ma il resoconto d'una sua esperienza fatta anni prima. È stato un modo di osservare il ruolo dominante che le cose hanno assunto nelle nostre vite, e di farne un uso letterario: «Le cose ci descrivono. Possiamo descrivere gli uomini attraverso gli oggetti, attraverso l'ambiente che li circonda e il modo in cui si spostano in questo ambiente» (intervista in Littérature, n.7, 1983).
Le cose prendono il posto della psicologia, ed è il segno d'una mutazione a largo raggio che negli stessi anni tocca filosofia, lettere, arti, cinema. Invece dell'interno dell'uomo, della sua interiorità o coscienza, viene in primo piano lo spazio esterno: l’esteriorità in cui si colloca, con la sua casa, i suoi rituali, la sua lingua, e i processi ambientali in cui è coinvolto, cominciando dal fenomeno dalla vita quotidiana...