Recensioni / La materia vivente. Un confronto con Hans Jonas.

Il presente studio si propone come un'introduzione alle tematiche filosofico-biologiche della vita e dell'etica, sia dal punto di vista storico-concettuale, sia dal punto di vista della riflessione teoretico-analitica sulle principali questioni riguardanti il rapporto tra l'ontologia, la ricerca scientifica e le ricadute sul piano etico degli sviluppi tecnologici. E questo presuppone una nuova ontologia che consenta all'uomo di interrogarsi riguardo al senso complessivo naturale e culturale del suo essere nel mondo.
Ne emerge una nuova filosofia della natura, il cui disegno trae alimento soprattutto dalle riflessioni di Hans Jonas messe a confronto con quella metafisica tradizionale che pone attenzione alla centralità della complementarità tra organico ed inorganico, anima e corpo, materia e spirito, quantità e qualità, e avendo come sfondo la nozione dinamica di materia (chora) di ascendenza platonica che interagisce, superando ogni forma di dualismo, con tutte le posizioni che fanno spazio all'altro e al senso di responsabilità per il futuro.
La disamina prende in considerazione tre aspetti del rapporto tra filosofia e biologia, in vista della fondazione ontologica dell'etica. Anzitutto pone attenzione alla Storia del rapporto, dalle concezioni antiche a quelle meccanicistiche e vitalistiche fino alla contemporaneità; in secondo luogo cerca di capire come la filosofia della vita si sia sviluppata a partire dagli inizi del XX secolo nelle aree culturali europee di lingua tedesca, per esaminare, infine, la posizione di Jonas (1903-1993) nelle sue opere più significative Organismo e libertà (1966-1973) e Il principio responsabilità (1979) riguardo al significato della vita, al posto dell'uomo nel mondo e alle conseguenze della sua condotta rispetto a se stesso e alle generazioni future.
Dall'insieme risulta un quadro problematico articolato, in cui le istanze ontologiche e fondazionali della vita si collegano alle nuove prospettive etiche della responsabilità, che emergono all'interno della civiltà tecnologica contemporanea, in contrasto sia con l'etica tradizionale o della "prossimità dei fini", sia con il convenzionalismo etico di matrice empiristica e relativistica.