Recensioni / I circoli dei perdigiorno: Stasera ci vediamo al club degli onironauti

Un saggio dedicato ai gruppi organizzati più inutili degli ultimi due secoli. Dagli Sfaccendati agli Idioti

C’è l'Agenzia Generale del Suicidio, società di pubblica utilità attiva a Parigi agli inizi del Novecento, con succursali in mezza Europa, che forniva ai suoi clienti una «morte assicurata e immediata», a prezzi sostanzialmente modici: folgorazione 200 franchi, colpo di revolver 100 franchi, annegamento 50 franchi. La aprì, letterariamente, lo scrittore dadaista Jacques Rigaut, morto suicida nel 1929, all'età di trent'anni: si sparò al cuore, prendendo le misure con un righello per essere sicuro della traiettoria della pallottola.
C'è la Società per la Difesa del Pedone – della quale nel 1971 redasse un celebre Manifesto lo scrittore Ennio Flaiano – nata con il proposito di eliminare le autovetture dalle nostre città, con qualsiasi mezzo, anche terroristico: dall'uso di anelli a punta retrattile per rigare le carrozzerie delle auto in sosta fino alle bombe al plastico a calamita sparse nei parcheggi.
Poi ci sono la Ditta Lalande, la prima azienda produttrice di romanzi su scala industriale della storia che tra il 1927 e il 1942, anno della chiusura, pubblicò oltre 600 romanzi, di cui 84 portati con esiti alterni sul grande schermo, come raccontò negli anni '70 il poeta argentino Juan Rodolfo Wilcock; e l'Opificio del Romanzo, di cui si trova traccia ne Il libro nero (1951) di Giovanni Papini, sorto sulle rive del lago Eire negli Stati Uniti e finalizzato alla produzione di grandi quantità di romanzi in forma standard: toccò una produzione media di 200 titoli al mese, con tirature di parecchi milioni di copie e oltre cinquecento impiegati, per la massima parte giovani laureati, letterati falliti e vecchi giornalisti...
E poi, ancora, ci sono l'Agenzia Preoccupazioni&affini, i cui funzionari, come le prefiche pagate per piangere ai funerali nell'antichità classica, hanno il compito di impensierirsi per le faccende e le disgrazie altrui (secondo Achille Campanile, che ne fu socio fondatore nel 1927, mentre i membri dell'agenzia si incupiscono mormorando fra sé frasi come «Accidenti, che pasticcio!» oppure «Come finirà questa storia?» e via dicendo, il cliente vive tranquillo sollevato da ogni peso); il Club dell'Altroieri ideato nel 1981 dallo scrittore Luigi Malerba – promotore del celebre «Premio Struga», assegnato all'arrampicatore letterario italiano considerato dalla giuria abbastanza appiccicoso e nauseante come il liquore sponsor dell'iniziativa, il famoso Liquore Struga; e poi l'Ente Autonomo Sfaccendati&sfaccendate, benemerita istituzione immaginiamo non del tutto gradita al ministro Renato Brunetta; il Centro per la Diffusione delle cognizioni inutili, la Lega per i diritti dei Vegetali, il Museo degli Avanzi, l'Accademia della stupidità, l'Università dell'Omicidio... una lista infinita, al cui ultimo posto – in ordine di tempo – si può trovare il Centro Studi Patologie inapparenti, aperto nel 2006 da Matteo Prati e Patrizia Barchi a Bardalone, provincia di Pistoia, la cui missione consiste nel favorire l'espansione della malattia mentale, sia con la formazione di personale qualificato adatto a insegnarla, sia con la creazione ex novo di bizzarre patologie mentali da aggiungere a quelle già esistenti. Finora l'istituto è riuscito nell'impresa di formulare almeno una trentina di nuove patologie, come il Disturbo di accrescimento normale, la Sincronie da Sonnolenza notturna e il Disturbo da disoccupazione mentale.
Le persone, è noto, danno il meglio di sé, e anche il peggio, quando agiscono in gruppo. Soprattutto se lo scopo dell'aggregazione ha a che fare con i campi in cui la specie umana eccelle: l'inutilità e la stupidità. Lo dimostrano gli esempi censiti da un puntiglioso detective del bizzarro come Paolo Albani nel suo nuovo Dizionario degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet), ossia associazioni, club, scuole, leghe, circoli, enti e società varie che «operano», nella loro inutile follia, ai margini del sapere accademico. Albani, intellettuale «anomalo» dalle vaste e varie letture, specialista di lingue immaginarie e libri introvabili, ha pescato nelle opere letterarie italiane e straniere degli ultimi due secoli (da Ambrose Bierce ad Antonio Delfini, da Giorgio Manganelli a Robert Louis Stevenson) e ha scandagliato la storia scientifica e filosofica più recente (dall'istituto dell'Orgone fondato nel 1948 dallo psicanalista Wilhelm Reich alla Fondazione di Medicina Elettronica creata nel 1922 dal medico di San Francisco Albert Abrams) per redigere una preziosa enciclopedia delle conoscenze eretiche, e delle istituzioni che le hanno incarnate.
Alcune tragicamente vere, altre curiosamente false. Tra le prime, l'Istituto per lo Sviluppo Armonico dell'Uomo fondato nel 1919 dal mistico e maestro di danze armeno Georges Ivanovic Gurdjieff (1872–1949) per favorire il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l'essere umano; o le Società Fortiane sorte in vari paesi del mondo per proseguire il lavoro del leggendario Charles Hoy Fort (1874 –1932), instancabile archivista di fatti strani, insoliti e inspiegabili che mettono a dura prova la scienza ufficiale; piuttosto che, tra provocazione politica e avanguardia artistica, il Partito Grouchomarxista d'Italia lanciato nel 1987 a Livorno da Pablo Echaurren. Tra le seconde, il Club degli Idioti partorito dal genio del narratore praghese Jaroslav Hasek (1883 –1923); la Facoltà di Scienze Inutili nata a Barcellona negli anni Ottanta da una conversazione tra Rafael Leòn e Joseph Albaigés, dove si insegna tra l'altro «Complimentologia», «Araldica non nobiliare» e «Poesia delirante»; o l'Associazione degli antintellettuali rivoluzionari costituitasi nel 1937 attorno allo scrittore francese – e autorevole membro del Collegio di Patafisica – Raymond Queneau. E in mezzo, tra realtà e fantasia, un vasto campionario di istituti e associazioni borderline, in bilico fra immaginarie psicopatologie intellettuali e concreti incubi accademici. Reali, per quanto bizzarri.
Provando ad allungare l'elenco di per sé già abbastanza curioso di Albani, si potrebbero aggiungere alcuni dei numerosi, improponibili e inutilmente costosi corsi di laurea proliferati negli ultimi anni dentro le università italiane, come Scienze per la pace piuttosto che Tecniche di allevamento del cane di razza, Fisiologia del fitness piuttosto che l'insegnamento di Trofeistica (cioè lo studio dei trofei di caccia, attivato a Scienze faunistiche dell'Università di Firenze). Oppure il celeberrimo Magistero dei Bruscitti da Busti Grandi, un'associazione fondata nel 1975 per diffondere la conoscenza della cucina rustica bustocca, o l'esclusivo Aldus Club, il cenacolo internazionale di bibliofili presieduto da Umberto Eco e voluto nel 1990 dal giornalista-libraio Mario Scognamiglio per soddisfare le voglie libridinose dei vari collezionisti di mirabiblia. O l'iper-elitario (e anacronistico) Clubino, il circolo più esclusivo di Milano, sede nel palazzo degli Omenoni, 105 anni di storia e più di 500 soci (tutti uomini, le donne sono ammesse solo come ospiti) di altissimo status sociale e/o professionale, sul modello dei similari Boodle's di Londra, Knickerbocker di New York, Nouveau Cercle di Parigi, Turf di Lisbona... A cosa serve? A nulla, se non a giocare a bridge e a segnare lo spartiacque tra chi conta e chi cerca di apparire.
Allora, tanto vale sognare. Attività per la quale consigliamo di iscriversi alla Società degli Onironauti, laboratorio internazionale per la materializzazione dei sogni, fondato il 9 marzo 1973 a Firenze da Antonino Bove sulla base dell'incontestabile affermazione secondo la quale «Se i sogni sono energia cerebrale e l'energia è un aspetto della materia, questi sono dotati di una massa, sia pure infinitesimale». La dimostrazione a-scientifica che anche gli incubi peggiori, in particolare quelli intellettuali, prima o poi finiscono per materializzarsi.