Recensioni / La forza del regresso

Esiste un Istituto Scientifico per il Regresso Umano. Scopo sociale: ridurre gli uomini al rango di bestie, contribuendo in tal modo alla «diminuzione dell’umana infelicità». A obiettivi non meno filantropici mira l’Istituto delle Malversazioni, che tutelando la corruzione, tende a neutralizzare l’azione di quella minoranza di onesti che ancora sussiste nella nostra società. Benefica, soprattutto per i giovani, è l'iscrizione alla Scuola Elementare per Diventare Malati di Mente; un'alternativa meno drastica offre il Sanatorio di Rieducazione, che propugna un ritorno generalizzato alla condizione dell’«idiota», considerato «il prototipo umano primitivo», di cui noi «siamo soltanto la versione corrotta, e perciò soggetta a disturbi, passioni e smanie contro natura, che al vero cretino sono felicemente risparmiati». Chi avverta l’esigenza di inquadrarsi in un sodalizio operativo aderirà al Partito del Tubo (PT), operante a Roma. Al seguito di uno slogan raffinato – Tubi or nor Tubi 

 esso punta a opporre «al vuoto della politica una politica del vuoto». Si potrebbe abbondare nelle citazioni, sfogliando il Dizionario degli istituti anomali del mondo, redatto con abnegazione filologica da Paolo Albani (Quodlibet editore, pp. 290, € 14,50). Il lettore che ne sorseggi il testo potrà scoprire angoli imprevisti dell'assurdo. Gli risulterà insopprimibile l'ansia degli uomini a riunirsi in istituzioni ufficiali sia pure per negare i principi basilari (ovvi) del vivere civile. Ciò che si usa chiamare la Ragione lascia dietro di sé residui di malcontento. L'antidoto è lanciare messaggi, sentirsi rivoluzionari. Chissà se, e quando, un libro come questo potrà ispirare la carta costituzionale di uno Stato. Ci sarebbe da sorridere.