Recensioni / Che bello perdersi nel "limbo delle fantasticazioni" di Ermanno Cavazzoni

"Ma dico: davvero è interessante sapere se c'è arte o no? Come autore protesto: è l'ultimo pensiero che mi viene in mente quando mi metto per caso ad appuntarmi delle parole; e se per caso a qualcuno viene in mente che sta facendo dell'arte, allora dico che è un'idea che inibisce; è come stare sotto giudizio; oppure è un'idea che esalta troppo e che suscita la speranza connessa del colpo gobbo, e con queste due idee in testa, dell'arte e del colpo gobbo, tanti giovanotti si sono gonfiati l'io a dismisura e si sono rovinati...". Ermanno Cavazzoni, classe '47, ha scritto un piccolo bellissimo libro (da cui è tratto il brano appena citato) di riflessioni sull'arte, la creatività, la letteratura e la cosiddetta 'industria culturale), "Il limbo delle fantasticazioni" (edito da Quodlibet, che già si è segnalata per l'attenzione verso un autore come Gianni Celati, tra l'altro grande amico di Cavazzoni), che chiunque si avvicini alla letteratura come mestiere (giovani aspiranti scrittori, critici, studiosi, ma farebbero bene a sfogliare queste pagine tanto ironiche quanto lucidamente taglienti anche i 'grandi nomi' della nostrana editoria...) dovrebbe leggere e rileggere. (segue)