Recensioni / I parassiti conquistano le città

La ricerca sullo stato della città contemporanea e la critica alle sue contraddizioni, formano il continuum sul quale l'autrice innesta il tema della sua indagine: il parassitismo come pratica architettonica. Muovendo dalla propria tesi di dottorato, la Marini costruisce un testo che prende la forma di una mappa concettuale incentrata sulla figura del parassita.
Il concetto di parassita si diffonde prepotentemente a seguito delle esperienze sperimentali olandesi che ne delineano i caratteri fondativi: si tratta di strutture temporanee, mobili, leggere ed adattabili, costruite sfruttando spazi interstiziali e dotandoli di un nuovo significato, per rispondere a necessità abitative singolari e urgenti. Alla base della strategia parassitaria c'è l'atteggiamento ecologico verso l'uso degli spazi:l'inserimento di corpi nuovi sopra, accanto o all'interno di preesistenze inutili e dimenticate risponde da un lato, all'esigenza di limitare la colonizzazione del suolo e dall'altro porta ad un recupero, vero e proprio ready-made duchampiano, di strutture in disuso, con le quali instaura un rapporto di dipendenza spaziale e strutturale, pur mantenendo sempre distinte le identità individuali. La pratica parassitaria nasce dalla sinergia tra arte e architettura, sfociata nelle installazioni artistiche temporanee come concretizzazione del rifiuto dell'arte, più sensibile ed esplicita nel mostrare i paradossi della società contemporanea, a rimanere vincolata all'interno degli spazi museali prestabiliti. Il concetto di parassita attraversa trasversalmente diverse discipline come un insieme fluido, instabile: arte, scienza e letteratura supportano e significano una nuova visione della progettazione architettonica in grado di influenzare la progettazione urbanistica rendendola permeabile ai cambiamenti. La ricerca della Marini muove da un'indagine etimologica del termine e, oscillando tra principi base, citazioni ed interviste, approda alla presentazione di diversi casi studio, selezionati attraverso una distinzione tassonomica basata sul rapporto parassita/ospite. Il testo non fornisce una risposta alle problematiche delle città contemporanee, ma apre ad un dibattito su possibili nuove strategie di intervento, sovvertendo un sistema di pensiero in piena logica parassitaria.