Recensioni / Klee e Cassirer, il pensiero e l' arte delle vite scambiate

LA CARTA geografica. I mosaici bizantini. I giardini di Hammamet. La musica del violino. Difficile dire, leggendo questi luoghi sparsi, dove nasce la pittura di Klee, che pure trova ispirazione nelle sue esperienze esistenziali. Provate a confondere colori e linee degli affreschi di von Marées nella Stazione Zoologica Dohrn, a contrarne le figure, a ridurre le dimensioni. Un gioco che porta dritto a Klee e alle sue opere. Davanti a quelle scene di pescatori e contadini ambientate nei paradisi di Napoli e Sorrento, Klee era stato a osservare, durante il suo Grand Tour a sud dei primi del Novecento. Riguardando le migliaia di frammentidi iride che ha regalato al mondo l' arte di Klee, ascisse e ordinate, tessere musive, note del pentagramma, e colori mediterranei ci sono tutti. Klee, che fu anche educatore, si pose la necessaria domanda: dove nasce la pittura? C' è un luogo segreto da dove ha origine il trasferirsi dell' oggetto che non è più tale su foglio, tela, tavola o altro materiale? L' arte non rappresenta e non raffigura. ´L' arte - scrive Paul Klee - rende visibile l' invisibileª. Ha origine, la pittura, da qualche parte deputata allo sguardo, ma come intreccio di elementi diversi. Forse il suo approdo naturale è l' ideogramma, come lo fu per Klee. Predecessore di tanti contemporanei oggi odiati, mentre lui è sempre amatissimo. Forma e figura. Una riflessione sul problema della rappresentazione tra Ernst Cassirer e Paul Klee è il testo con cui si addottora in Filosofia Carmen Metta, allieva di Giulio Raio, docente all' Orientale e tra i massimi esperti del pensiero di Cassirer, il filosofo che chiamò Hitler “negromante” e per il quale la cultura si legge attraverso il concetto di funzione simbolica. Riscontrare convergenze tra l' artista e il filosofo, come quella delle parole chiave forma e figura, insieme al rigoroso ragionamento filosofico, induce a una fantasia sulle vite scambiate: si sarebbe potuto avere un Klee pensatore alla maniera di Cassirer e un Cassirer autore di segni alla maniera di Klee. Eppure i due, anche se "abitarono" lo stesso ambiente, lessero Goethe e Leibniz e il filosofo respirò la stessa aria del pittore per via di parentele con galleristi, forse non si incontrarono mai. Mancano edizioni dei due che potrebbero confermare le consonanze intuite: la Fondazione Klee di Berna possiede tutti gli scritti, ma non li ha ancora licenziati a stampa integralmente, e gli eredi di Cassirer lo stesso. Metta parla di "forma", "figura" e "Gestalt" (rappresentazione), partendo dall'esistenzialista Merleau-Ponty, primo filosofo a indagare il fenomeno. Il secondo capitolo del libro è sullo spazio, l' ultima parte - la più interessante per l' estetica e la storia dell' arte- è sul problema dell' opera: per Cassirer essa conserva una "struttura originaria" che resta celata e inaccessibile, ma è l' unico modo per conoscere l' altro da noi.
Significativo che Klee e Cassirer usino la stessa frase di Max Liebermann, anche lui come Klee per i nazisti autore di un' arte degenerata: "L' arte del disegno consiste nell' arte di omettere".