Recensioni / Cesare Brandi visto da Paolo D'Angelo

Vorrei segnalare il libro di Paolo D’Angelo, Cesare Brandi. Critica d’arte e filosofia, recentemente edito da Quodlibet per quattro motivi. Perché Brandi e' stato uno dei più raffinati critici italiani d’arte che si e' interessato di architettura. Oramai, non succede quasi più: gli steccati tra gli esperti che si occupano delle due discipline sembrano invalicabili anche se, paradossalmente, sono sempre più numerosi gli artisti che fanno gli architetti e viceversa. Perché una riflessione sulla teoria del restauro brandiana e' urgente, soprattutto dopo l’ultimo libro di Paolo Marconi, Il recupero della bellezza, che, invece, tende a stroncarla in nome della ricostruzione fondata sul principio del dove era e com’era. Perché mettendo in luce gli aspetti fenomenologici del pensiero di Brandi, il libro, pur senza volerlo, ne evidenzia alcune debolezze filosofiche, per esempio nel rapporto che esiste tra il concetto di astanza e l’ontologia heideggeriana. Il quarto motivo e' che, nonostante la difficoltà del tema trattato, il libro e' scritto molto bene e si legge tutto d’un fiato.