Recensioni / Fermiamoci a leggere... Avventure dello stampatore Zollinger

“Anch’io – lo confesso- ho un Ferdinand nella mia vita, e una Magdalena, più o meno clandestina, e compagni con cui un tempo camminai e cantai, e un destino- questo forse è essenziale – per cui soffro e gioisco”

August Zollinger ha un grande sogno: vuole diventare il tipografo della cittadina di Romanshorn. Fin da bambino August era attratto dal mestiere di tipografo. I rotoli di carta, il profumo dell’inchiostro lo affascinavano e già a sei anni trascorreva i suoi pomeriggi seduto su uno sgabello nella tipografia del paese ad apprendere dal vecchio Staufer, lo stampatore del paese, il mestiere: "affascinato dal processo di produzione del libro, il piccolo osservava il vecchio preparare amorevolmente la carta, collocandola nella pressa, per eliminare l’aria che poteva essere rimasta tra i fogli". August prova a seguire la sua vocazione e apre la sua tipografia. Accade qualcosa di terribile, la mattina seguente la sua insegna sparisce e August non viene più visto a Romanshorn nei giorni seguenti.   E’ l’inizio di un peregrinare del giovane, che prova le disparate professioni. Diventa impiegato della ferrovia e si innamora della voce che ogni mattina gli dice “Pronto”.”Quanto a lungo August guardò quello scrostato apparecchio grigio! Che grande speranza accarezzava nel suo cuore, pensando alla brevità e alla banalità del colloquio che stava per avere!”. Un amore rarefatto, etereo. Una voce di cui il giovane era perdutamente innamorato, che lo fa sentire finalmente vivo, pieno di passione.   Ma qualcosa accade e il giovane August si trova di nuovo in marcia. Questa volta si arruola, diventa soldato. Ma non smette di pensare a quella voce. A quella donna. Il dolore è così forte che lo rimette di nuovo in viaggio. Si incammina e inizia a vivere nel bosco, dove deve badare a se stesso. Dove scopre di essere bravissimo a intrecciare cesti e dove… ritrova, abbracciando gli alberi, le voci del suo ex commilitone Ferdinand e della sua amata donna del telefono.   Ferdinand si rimette in viaggio, ancora. Si cimenta in nuove professioni, si scopre un bravissimo timbratore. E poi un bravissimo, eccelso calzolaio. Ma rimane il senso di qualcosa che sfugge in August. Non ha ancora realizzato il suo sogno. Mosso da un grande desiderio e forte di tutte le esperienze che ha vissuto, Zollinger può finalmente diventare tipografo.    Tutti abbiamo dei sogni, che magari non possiamo realizzare nell’immediato. Perché non ci sono gli strumenti, perché il momento non è quello giusto. Perché qualcosa (o qualcuno) ci ostacola. E allora? Rimanere fermi e aspettare? No, il gentile racconto di August fa capire che vale sempre la pena vivere, tenere sempre vivi i propri sogni. Provare ad alzarsi in punta di piedi e vedere un po’ più in là, dove spesso chi ci è vicino e non condivide i nostri sogni non vede… Non reprimere mai i propri desideri e soprattutto trovare vita, passione e un guizzo di energia anche nelle situazioni più monotone.   Una piccola grande storia d’amore. Soprattutto per se stessi e per i propri desideri. Una storia incantevole nella sua semplicità. La storia dell' "uomo che abbraccia gli alberi" riporta a galla i desideri. Le passioni, e perché no, anche i dolori (la passione più pura). Questa storia invita ad alzarsi un po' e a toccare i nostri desideri. Fuori dalla monotonia e dall'ordinarietà a cui spesso la quotidianità costringe.