Recensioni / Intervista a Carlotta Pellegrini

Un colpo editoriale. Un vero evento culturale nazionale. Così, giustamente, è stata definita la pubblicazione dell’autobiografia di Giacinto Scelsi, edita da Quodlibet con il fondamentale contributo della Fondazione Isabella Scelsi. Abbiamo rivolto qualche domanda ad Alessandra Pellegrini, direttrice scientifica della Fondazione e curatrice, insieme a Luciano martinis tanto dell'edizione italiana (Quodlibet) che di quella francese (Actes Sud, Arles) di "Il Sogno 101".

Vuole ricostruirci brevemente la storia editoriale de "Il Sogno 101"? Come mai un'opera così importante vede la luce solo oggi?
L'opera ha una storia affascinante quanto singolare, che pienamente rispecchia la figura e l'opera dell'autore. Originariamente dettata al magnetofono, l'autobiografia è stata trascritta da un collaboratore di Giacinto Scelsi, che l'ha poi rivista e minuziosamente corretta. Di qui una versione dattiloscritta, definitiva, consegnata dal Maestro ai suoi amici con l'esplicita indicazione di pubblicarla solo dopo quindici, venti anni dalla sua scomparsa. I personaggi, gli amici, i musicisti, gli episodi menzionati nel libro sono moltissimi, e Scelsi voleva probabilmente evitare situazioni per qualcuno imbarazzanti. A ciò si è aggiunta una mole non indifferente di lavoro per portare a termine la cura del volume: il raffronto fra i nastri e i dattiloscritti, la preparazione degli apparati critici e, soprattutto, del corpus di note a piè di pagina. Esse contengono approfondimenti, notizie, chiarimenti: una sorta di biografia parallela che discretamente accompagna il testo.
Il termine "rievocazione", utilizzato dall'autore solo tre volte nel corso di questo voluminoso racconto, è a mio avviso il più appropriato per rispecchiare la natura del testo: il fluire libero e ininterrotto di memorie che, sebbene non segua una successione cronologica, presenta una struttura salda e organica.

In che modo la Fondazione Isabella Scelsi e l'editore Quodlibet sono venuti in contatto?
La Fondazione Isabella Scelsi e le Edizioni Quodlibet si sono incontrate tramite cumuni amici. La possibilità di lavorare in sintonia su questo progetto è emersa immediatamente, tanto da pianificare insieme l'edizione organica degli scritti di Giacinto Scelsi. Questo volume è il primo esito di una collaborazione serrata e fluida che ha portato a risultati soddisfacenti per entrambi.

In effetti, come possiamo intuire dal nome della Collana "Scritti di Giacinto Scelsi", entro cui è ospitato "Il Sogno 101", è evidentemente solo la prima di una serie di pubblicazioni dedicate agli scritti del grande compositore. Vedrà finalmente la luce, tradotto in italiano, anche il corps poetico scelsiano, edito finora solo dalla casa editrice francese Actes Sud?
Certamente sì. Gli accordi fra l'editore e la Fondazione già prevedono l'edizione organica degli scritti di Giacinto Scelsi sulla musica e sull'arte, e le sue poesie. A ciò si uniranno alcuni inediti che stanno emergendo dal lavoro di riordino e catalogazione dell'Archivio Storico della Fondazione. Saranno traduzioni dagli originali francesi, scritti piuttosto complessi che richiedono una particolare cura per rispettarne pienamente la paculiarità.
Sino ad ora è stata proprio la natura dei testi scelsiano a guidarci nel pianifica l'edizione della sua produzione letteraria. Scritti originariamente in francese, i sui saggi e le sue poesie sono state dapprima edite in lingua originale da Actes du Sud in Francia. Diversamente l'autobiografia "Il Sogno 101", scritta originariamente in italiano, che ha visto la luce contemporaneamente in Italia (in edizione integrale, corredata da un corposo apparato critico che attribuisce il giusto rilievo anche agli aspetti filologici) e in Francia (in una versione ridotta autorizzata dalla Fondazione)

Siete già in grado di esprimervi sul tipo di accoglienza che l'operazione editoriale ha ricevuto nell'una e nell'altra Nazione?
Possiamo senz'altro affermare che l'operazione editoriale in entrambe le nazioni ha avuto una entusiastica accoglienza, anche al di là delle più ottimistiche revisioni. L'eco pubblico e di stampa non lasciano adito a dubbi. Sta a dimostrarlo anche la presentazione avvenuta lo scorso aprile aa Parigi, presso l'Istituto Italiano di Cultura, seguita da un pubblico attentissimo e numeroso.

Crede che questo importante evento editoriale contribuirà (più della riscoperta di martin Scorsese di cui si parla ultimamente) alla rivalutazione definitiva, qui in Italia, di quello che è senz'altro uno dei più grandi compositori del Novecento?
Penso proprio di sì. L'autobiografia contribuisce in modo sostanziale al chiarimento di tanti aspetti inerenti alla vita e all'opera di Giacinto Scelsi. Oltre ad aneddoti e bozzetti di costume, episodi bautobiografici, profili di numerosi artisti e personaggi con i quali Scelsi è entrato in relazione, nel libro sono presenti riflessioni di tipo filosofico e mistico, considerazioni di carattere estetico e teorico (legate a problematiche musicali e alla composizione) e una sorta di "diario" del proprio percorso culturale che consente indubbiamente di riconsiderare Giacinto Scelsi alla luce di tante chiarificazioni da lui stesso fornite, permettendo così di ricollocarlo in tutta la sua statura nel panorama culturale e musicale italiano internazionale.