Recensioni / La memoria delle città

La più recente opera di Frank Gehry è una clinica specializzata in malattie della mente, realizzata nei pressi di Las Vegas. Dietro al progetto, un miliardario americano, Larry Ruvo, il quale ha voluto che fosse creato uno spazio nel quale curare una patologia oggi in forte crescita: l' Alzheimer. La fludità ondulata dell' edificio, sembra alludere ai tormenti che oggi, più che in passato, avvolgono l' identità delle persone. Al cui punto estremo c' è la perdita della memoria di un individuo. Ma si può sollevare un problema analogo con la memoria di una città? Ho letto con grande interesse Singapore Songlines (edizioni Quodlibet) di Rem Koolhaas (al quale fra l' altro verrà conferito a Venezia il Leone d' Oro alla prossima Biennale di Architettura). Koolhaas fa il ritratto di una metropoli-laboratorio che in trent' anni azzera il suo passato di isola postcoloniale, per dar vita a un esperimento urbanistico molto avanzato. Si tratta di una tabula rasa che ha cancellato progressivamente il vecchio volto offrendone uno interamente nuovo. Non so se la cosa funzionerebbe con le nostre antiche città europee, per le quali Mario Botta suggerisce che la sola cura è ridare dignità alla loro storia. L' Aquila insegna. E lì più che Koolhaas ci vorrebbe un Gehry a ricordarcelo.