È uscito da pochi mesi a cura della casa editrice Quodlibet di Macerata in collaborazione con la Fondazione Isabella Scelsi di Roma Il sogno 101 il racconto autobiografico del compositore italiano Giacinto Scelsi. Il volume, a cura di Luciano Martinis e Alessandra Carlotta Pellegrini, contiene inoltre un saggio introduttivo di Quirino Principe (Venuto dal futuro) e un omaggio poetico del compositore Sylvano Bussotti, Sonetto Scelsi (nel rigore geometrico dell’ombra). Il volume è diviso in due parti e nasce da una serie di sedute di registrazione su nastro magnetico, con l’esplicita indicazione da parte del compositore di essere pubblicato almeno a quindici anni di distanza dalla sua scomparsa. Nella prima sezione, la più estesa, registrata nel 1973, vengono narrati episodi autobiografici, considerazioni di carattere estetico e filosofico, senza tralasciare i profili di artisti con cui Scelsi entrò in contatto come John Cage (che fu suo ospite nel 1958 durante la sua partecipazione alla trasmissione televisiva Lascia o raddoppia?), Jean Cocteau, Severino Gazzelloni, Walter Klein, Nikita Magaloff, Henri Michaux, Pierre Monteux, Virginia Woolf. Nella la seconda parte, il ritorno, già pubblicata in precedenza, ma da tempo fuori catalogo, fu registrata su nastro nel 1980 ed è un lungo poema visionario, considerato dall’autore come una “autobiografia sulla sua prossima reincarnazione”. Del resto Scelsi fu anche autore di poemi surrealisti in lingua francese, come testimoniano le raccolte Le poids net, L’archipel nocturne e La conscience aïgue, ma si interessò anche alle arti visive e al misticismo orientale, vivendo una concezione generatrice e cosmogonica dell’atto creativo, quasi divinatoria, come testimonia una sua frase scritta intorno al 1940: “l’arte è satanica per definizione, perché l’artista nel senso autentico della parola intende creare, sostituendosi a Dio”. Giacinto Scelsi, conte di Ayala Valva (Pitelli, La Spezia 1905 - Roma 1988), studiò composizione a Roma con Giacinto Sallustio rimanendo però indipendente dal panorama musicale italiano a lui contemporaneo, restandone ai margini. Gli editori non mostravano interesse per la sua musica evitandogli così di fatto la possibilità di poter ascoltare le sue opere orchestrali e correggerne gli eventuali errori. La dimensione temporale del suono scelsiano vive in un presente sospeso, in cui il rito della scrittura si affianca a quello dell’improvvisazione, tra modelli compositivi non lineari che danno vita ad una osmosi inversa dello spettro sonoro, in cui l’immagine stessa del suono si frantuma in oscillazioni microtonali. Le sue esplorazioni volte ad esaminare la vita interna del suono si dimostrano così anticipatorie e determinanti per il cosiddetto movimento ‘spettrale’ di cui fanno parte compositori come Grisey, Murail, Teissier, Lévinas che nel 1973 fondano il gruppo l’Itinéraire di cui è membro anche Hugues Dufourt. Durante la sua vita Scelsi compie numerosi viaggi in Africa e Oriente soggiornando a lungo all’estero soprattutto tra Francia e Svizzera. A Ginevra studia con Egon Koehler che lo avvicina alla musica di Skrjabin, mentre a Vienna Walter Klein (allievo di Schoenberg) lo introduce alla dodecafonia divenendo così, Scelsi, il primo italiano ad avvicinarsi a questa tecnica (1935-36) molto prima di Dallapiccola. Rientrato a Roma alla fine degli anni ’40 entra nel gruppo Nuova Consonanza in cui operano compositori d’avanguardia come Franco Evangelisti. Il compositore, appassionato di esoterismo e significato occulto dei numeri, cessò ogni comunicazione con il mondo esterno il giorno 8 agosto 1988 (ovvero 8.8.88) e si spense nella mattina del giorno seguente. Abitava al numero 8 di via Teodoro a Roma. Con la recentissima uscita nei primi mesi del 2010 di Shutter Island, l’ultimo film di Martin Scorsese, trovano per la prima volta spazio in una colonna sonora due lavori di Scelsi, Quattro pezzi (su una nota sola) (1959) per orchestra da camera e il terzo movimento da Uaxuctum – La leggenda della città Maya distrutta da essi stessi per ragioni religiose, per onde Martenot, 7 percussionisti, timpanista, coro e orchestra (1966), l’unico dei due ad essere presente anche nel CD Soundtrack accanto a importanti opere di compositori contemporanei come Ligeti, Schnittke, Cage, Penderecki, Feldman, Nam June Paik, John Adams, ecc..
Siamo grati alle edizioni Quodlibet per aver reso disponibile una pubblicazione a lungo attesa, indispensabile per avvicinarsi a una delle figure più emblematiche del panorama musicale internazionale, in larga parte ancora da scoprire, con la speranza che in futuro possano vedere la luce nuove monografie rivolte ai più significativi compositori contemporanei che vadano ad aggiungersi alla presente e al testo del Duemila dedicato a Mauricio Kagel, Parole sulla musica, con conversazioni, discorsi, saggi e radiodrammi.