Recensioni / Terrore al servizio di Dio. La Guida spirituale degli attentatori dell'11 settembre.

Qualche scansione e quattro fotocopie dell’Fbi trovati nella valigia di Atta, uno degli attentatori dell’11 settembre, sono i protagonisti del «piccolo esemplare volume», come spiega giustamente il curatore italiano Pier Cesare Bori, dedicato alla “Guida spirituale” che avrebbe scandito gli ultimi giorni dei kamikaze. Diffuso all’epoca dai media con un certo sensazionalismo inutile, è interessante ritornarci con un’intelligenza d’analisi e di strumenti critici che aiutino a collocare le premesse del gesto che ha infranto l’Occidente. L’inquadramento filologico e il commento teologico della tradizione musulmana che ispirano il testo rimediano allo shock della prima lettura: dietro la memoria delle nostre immagini di animali da video ecco che ritorna la parola, e una parola che ha mosso alla morte. La “Guida spirituale” segue i terroristi fino al momento finale, accompagnando ogni gesto con preghiere rituali e rassicurazioni, dal viaggio in macchina, al check-in, alla salita in aereo dove si legge: «Occupati del ricordo di Dio, moltiplicandolo», fino al momento del dirottamento e l’invito a «fare un poco di bottino, anche solo una tazza o un bicchier d’acqua». Parole che hanno spezzato il mondo e che, a sequenza redazionale con cui sono “montati” i saggi del volume, attraversano una tradizione fino a spiegare la logica della Jihad «difensiva» di Bin Laden. Un libro fondamentale per andare al cuore di un evento già troppo distorto e romanzato.