Recensioni / Recensione a "Atlante della letteratura tedesca"

Dedicato a Marino Freschi, uno dei maggiori esponenti della germanistica italiana, per la ricorrenza del suo sessantacinquesimo compleanno, l’Atlante della letteratura tedesca, curato da Francesco Fiorentino e Giovanni Sampaolo e pubblicato da Quodlibet, si configura come un lungo viaggio, che si snoda anche nel tempo, dal Medioevo ai giorni nostri, nei ‘luoghi’ della letteratura di lingua tedesca. Un’analisi dunque degli spazi letterari più significativi che, all’interno dell’Atlante, assumono però valenze diverse, a seconda del periodo storico al quale gli autori si riferiscono.
I brevi saggi di oltre settanta germanisti fra italiani e stranieri raccontano, infatti, di città, regioni, luoghi, sia reali che fittizi, nei quali prende consistenza la dimensione spazio-temporale della letteratura di lingua tedesca. Si va, per fare qualche esempio, dal Reno di cui parla Giovanna Cermelli, luogo mitologico definito da Karl Simrock il fiume sacro ai tedeschi, e ancora oggi uno dei simboli nazionali della Germania, alla Lubecca patria deiB u d d e n b r o o k s e di Tonio Kröger, di cui riferisce Fabrizio Cambi, alla Dresda città di spicco dell’età classico-romantica, la ‘Firenze sull’Elba’ rasa al suolo verso la fine della seconda guerra mondiale e rinata oggi dalle sue ceneri, raccontata da Roberta Ascarelli.
E naturalmente nell’Atlante non manca Berlino, su cui sono incentrati vari interventi (Stefan Nienhaus, Antonella Gargano, Anna Chiarloni, Lucia Perrone Capano, Stefano Beretta, Pasquale Gallo, Luigi Forte e Klaus R. Scherpe), ciascuno dei quali coglie il luogo in un preciso momento storico: la Berlino culla dell’Espressionismo all’inizio del Novecento, la Berlino simbolo di un paese diviso dal muro e quella di oggi, punto di incontro di diverse culture; c’è la Vienna dell’Ottocento di Rita Svandrlik, dalla vivace vita teatrale, definita da Musil la «porta dell’Oriente», e la Vienna ebraica del Novecento di Grazia Pulvirenti; la Weimar di Giovanni Sampaolo, un tempo capitale letteraria della Germania e ai nostri giorni mecca del turismo culturale o la Monaco Otto-Novecentesca di Rita Calabrese la cui vitalità culturale attira artisti da tutta la Germania e dall’estero. L’Atlante racconta anche della Heidelberg romantica in cui, come afferma Hölderlin nelle sua ode alla città, mito e storia si congiungono magicamente in un tutt’uno, e di Amburgo, città dalla complessa identità che dà ospitalità, tra gli altri, a Lessing e Klopstock, a tutt’oggi simbolo di una tradizione editoriale aperta e liberale.
Ma il percorso tracciato dall’Atlante non conduce solo attraverso città, più o meno importanti, bensì anche all’esplorazione di luoghi non urbani, come i boschi, le Alpi, o i numerosi giardini che tanto spesso ricorrono nella letteratura tedesca. Il lettore visita così il giardino paesaggistico di Wörlitz, quello sull’Ilm a Weimar, a cui Goethe si ispira quando descrive il parco nelle Affinità Elettive, o passeggia sul Rütli, il prato ginevrino simbolo di pace e fratellanza, ancora oggi meta di pellegrinaggio.
Il costituirsi della letteratura conduce però anche ben oltre i confini dei paesi germanofoni. Città e località straniere «partecipano in modo decisivo al farsi delle letterature tedesche, dilatandole oltre i confini, del resto sempre instabili, della lingua e della storia nazionali che mai riescono a contenerle» (30), scrivono i curatori dell’Atlante. I luoghi lontani e stranieri contribuiscono dunque ad ampliare la dimensione spaziale della letteratura tedesca, mai monocentrica, diventandone parte integrante. L’Atlante guida il lettore in Grecia, in Inghilterra, in Italia ma lo conduce anche in luoghi più esotici come l’Egitto, il Giappone, la Cina, l’India e la Persia. Lo accompagna, addirittura, in luoghi immaginari e reali a un tempo, come Schilda, cittadina reale ma soprattutto patria di ogni stoltezza, e Seldwyla, città ugualmente stolta e situata idealmente da qualche parte in Svizzera, come Schilda lo è in Germania.
L’Atlante della letteratura tedesca, arricchito da carte geografiche tematiche accompagnate da commenti esplicativi, si configura non solo come il risultato di un'idea originale (procedere non per tematiche ma per spazi geografico-letterari), e non solo come uno strumento utile per gli appassionati di letteratura, con la sua struttura varia e sfaccettata che permette la lettura dei saggi secondo un ordine del tutto personale, ma è anche un vademecum di elezione per ogni lettore colto che voglia programmare un nuovo itinerario. Vademecum di un viaggio reale ma soprattutto di un viaggio dello spirito che, lungo un asse temporale, conduce per mano nei ‘luoghi’ della letteratura di lingua tedesca e offre al lettore un panorama vasto e inusualmente ricco di ciò che la cultura germanofona ha prodotto.