Recensioni / La casa del filosofo

Il filosofo Ludwig Wittgenstein è uno degli autori più noti e importanti del Novecento. Eppure, pochi lo sanno, in vita pubblicò soltanto una manciata di parole. Nell'estate del 1918 mandò in libreria il suo unico libro, quel capolavoro che è il Tractatus logico phiiosophicus che qualche anno più tardi (licenziando la prefazione) dirà esser l'opera della sua vita con la quale aveva «definitivamente risolto nell'essenziale i problemi» della filosofia. Come scriverà all'economista John Maynard Keynes qualche anno dopo: «tutto quel che dovevo veramente dire l'ho detto, e con ciò la sorgente si è prosciugata». Il filosofo fu davvero coerente con quanto scriveva all'amico: oltre al Tractatus pubblicherà in vita soltanto una recensione, un dizionario per le scuole elementari, un breve articolo e una lettera a George Edward Moore. A qualche bizzarria Wittgenstein non sarà estraneo: lo sanno bene i suoi biografi. Dopo il suo capolavoro si dedica all'insegnamento nelle scuole elementari, poi lavora come giardiniere in un convento. Ed è proprio in questo momento, nell'estate del1926, che Wittgenstein si fa architetto. E’ sua sorella Margaret a coinvolgerlo nella progettazione della sua casa a Vienna: inizialmente avrebbe dovuto far da consulente all'amico (lui sì, architetto vero) Paul Engelmann, ma ben presto prende in mano la situazione per appropriarsene, anima e corpo. Due anni interi: il tempo che dedicherà alla costruzione. E soltanto a casa ultimata, nel 1929, farà ritorno a Cambridge e all'insegnamento universitario. Ma com'è questa casa? Una risposta, finalmente definitiva e sensata, viene dal bel volume che sarà in libreria nei prossimi giorni di Daniele Pisani, che ha saputo risolvere l'enigma con L'architettura è un gesto. Ludwig Wittgenstein architetto (Quodlibet). Nella sua ricerca Pisani spazza via molti luoghi comuni. I filosofi pensano che la casa sia l'ennesima bizzarria del viennese. Gli architetti pensano che sia un caso di puro dilettantismo. Per queste ragioni l'opera è rimasta a lungo esclusa da riflessioni adeguate. Che è quello che fa Pisani: leggere la casa come un'architettura, un edificio da studiare. E allo stesso tempo come un'opera del filosofo, al pari del Tractatus   l'architettura era uno dei temi preferiti di conversazione di Wittgenstein, nonché un tema ricorrente dei suoi appunti e le sue discussioni "filosofiche". Solo così si evitano gli eccessi, come la considerazione della casa come un epifenomeno filosofico, e si possono correggere le miopi letture disciplinari, più volte azzardate negli anni. Un libro utile, indispensabile per tutti quelli (e sono molti, filosofi e architetti) che si improvvisano esperti nella disciplina degli altri. E chi volesse potrà visitare, al palazzo Morpurgo di Udine, la mostra appena inaugurata L'architettura di Ludwig Wittgenstein.