Recensioni / La ricerca di Dio in Wisdom

Chi si ricorda di John Wisdom? Di questo allievo e poi successore di Wittgenstein alla cattedra di Cambridge? Anche se fu figura di primo piano del pensiero inglese nella prima metà del Novecento, oggi si evoca solo per taluni temi di filosofia analitica. Eppure questo sostenitore dell' atomismo logico, formatosi con Moore, Broad e lo stesso Wittgenstein, su cui ebbe influenza Russell, ha ancora qualcosa da dire. Innanzitutto: Wisdom pensò e ripensò le sue idee, tanto da arrivare a concepire la filosofia non più come analisi di determinati concetti o linguaggi, ma quale indagine sulle motivazioni che inducono a scegliere una particolare posizione speculativa. Inoltre dedicò alcuni scritti alla religione, alla credenza in Dio, alla vita dopo la morte. Per esempio, nell' articolo Gods, del 1944, Wisdom formula la nota metafora del giardiniere invisibile - ripresa da Antony Flew - per la quale il confronto tra credente e scettico non è questione di fatti ma di interpretazioni e attese (o speranze). Ora, il saggio Dèi, con altri scritti e articoli dedicati da Wisdom alla religione - quali, per esempio, Dio e il male o Vita eterna - è stato tradotto nella raccolta curata e introdotta da Roberto Brigati La Logica di Dio (Quodlibet, pp. 176, Euro 19). Nel testo si leggono osservazioni come la seguente: «Le vecchie domande: "Esiste Dio?", "Esiste il diavolo?" non sono senza senso, non eccedono l' ambito del pensiero e della ragione. Al contrario, esse invitano a una nuova consapevolezza di qualcosa che riguarda noi e da tanto tempo...». Dal momento che molti filosofi analitici hanno riscoperto Tommaso d'Aquino, val la pena aggiungere che Giuseppe Barzaghi ha realizzato un compendio de La somma teologica (Edizioni Studio Domenicano) nella quale, a pagina 23, c'è un passo su Dio che forse sarebbe piaciuto a Wisdom: «È assolutamente immateriale: l' immaterialità è la radice della conoscenza».