Riviste / L'ospite ingrato / «Per voci interposte». Fortini e la traduzione / Traducendo I cani del Sinai e Verifica dei poteri

Riflettendo sul lavoro di traduzione di Verifica dei poteri in inglese, questo articolo esplora la dialettica di oblio e attualizzazione che definisce la ricezione della critica e saggistica di Fortini nel ventunesimo secolo e, per aggiunta, in un universo culturale, quello anglofono, che ha perlopiù ignorato il suo contributo. Si avanza l’ipotesi che è proprio nell’orientamento delle pagine di Fortini verso il momento collettivo della vita culturale, e verso un presente di lotte sia sociali che intellettuali, che risiede la sua forza. Come se il vivere senza l’anticipazione della posterità, sia esattamente ciò che rese queste pagine critiche così unicamente vive oggi.

Reflecting on the work of translating A Test of Powers into English, this article explores the dialectic of oblivion and actualization that defines the reception of Fortini’s criticism and essay-writing in the twenty-first century and, in addition, in a cultural universe, the Anglophone one, which has mostly ignored his contribution. The hypothesis is advanced that it is precisely in the orientation of Fortini’s pages towards the collective moment of cultural life, and towards a present of both social and intellectual struggles, that its strength can be seen to lie. As if living without the anticipation of posterity is exactly what made these critical pages so uniquely alive today.